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LE ORIGINI

l 15 maggio 1910, nella splendida cornice dell’Arena Civica di Milano, la Nazionale italiana in maglia bianca batteva la Francia 6-2 e a dirigere l’incontro fu designato mister Henry Goodley, un inglese residente a Torino, rappresentante di commercio, ferratissimo nella conoscenza del Regolamento, tanto da essere stato adottato dai giovani della Juventus ed eletto loro maestro e guida. Al timone della Nazionale debutta il primo Commissario Tecnico, Umberto Meazza, commerciante di vino. Da calciatore aveva militato nel Mediolanum (1901-1904) e nell’U.S. Milanese (1905-1908).

A quei tempi, erano i migliori giocatori a dirigere le squadre e lui diventò anche arbitro per hobby. Fu lui eletto primo presidente della Commissione Arbitri, composta da cinque membri, costituita a Milano il 27 agosto 1911 in un riunione tenutasi nell'abituale ritrovo dei dirigenti calcistici dell'epoca, il Ristorante Orologio situato nei portici dietro il Duomo di Milano, e fu ancora lui a rimanere in carica nel 1911 quando la Commissione si trasformò in Associazione. Nel 1914 troviamo a Presidente della C.T. Scamoni dott. Tonino.
Nel 1913 il timone viene affidato ad un altro calciatore, divenuto nel frattempo arbitro e vice presidente dell’AIA, Enrico Canfari. Il suo nome è rimasto legato indissolubilmente alla Sezione di Torino per ottantasette anni, fino a quando non è stata intitolata al giovane promettente arbitro della CAN-PRO Luca Colosimo, tragicamente scomparso il 9 marzo 2015, sulla Tangenziale di Torino, mentre tornava da Ferrara, dove aveva diretto la sua ultima gara.


Tornando agli inizi del XX secolo, il 3 dicembre 1906, in una saletta dello storico Ristorante Fiorina di via Pietro Micca, 22 (altrimenti detto Birreria Voigt ed oggi Bar Norman⁴), fu fondato il Foot Ball Club ‘Torino’ che traslocò nella nuova sede di via Alfieri, ricordata come quella di Ferruccio Novo e del Grande Torino nel 1929. Un anno prima nello stesso Ristorante, poiché non esistevano ancora le Sezioni come le conosciamo ora, prende vita l’idea di aggregare il Gruppo dei “direttori di giuoco” di Torino, ad opera di
un esiguo manipolo di appassionati capeggiati dall’avvocato Antonio Scamoni, “Tonino” per gli amici, anch’egli calciatore della Juventus diventato arbitro. Come tale, lo ritroviamo a Milano nel Campionato 1914/15 Girone Finale Nord Italia il 2 maggio 1915 designato per il derby: Internazionale - Milan 3-1. Tonino Scamoni fu segretario della FIGC nel 1911 ed anche eletto per conto dell’AIA il primo rappresentante regionale per Torino.


Inoltre, sempre nel rispetto di una disposizione del primo Statuto dell’AIA fu aperta l’iscrizione gratuita a un corso teorico per aspiranti arbitri in calendario nel gennaio 1912.

Chi era Enrico Canfari?

Enrico Francesco Pio Canfari era nato a Genova il 16.06.1877. Si era laureato in chimica a Torino e fu poi Socio Fondatore, nonché secondo presidente della storia della Juventus assieme al fratello Eugenio (Genova 16.10.1878, † Torino 23.3.1962, primo presidente della storia della società torinese). I due Canfari amavano la ginnastica ed il ciclismo (il padre era il proprietario di un negozio-officina di vendita e riparazione di biciclette in corso Re Umberto 42 a cento metri dal Liceo “d’Azeglio”), ma si appassionano presto al “football”. Enrico giocò sia nella Juventus che nel Milan (dal 1903 al 1906). Nel 1897, la loro bottega diventa la primissima sede della neonata Juventus, Eugenio ne assume la presidenza per un anno per poi cederla al fratello Enrico, che veniva descritto come un presidente allegro, goliardico, amante dello scherzo. Nel frattempo diventa arbitro, guardalinee e, dal 1913 fino al 1915, il secondo presidente dell'Associazione Italiana Arbitri.


Scoppiata la I Guerra Mondiale dovette partire per il fronte goriziano, dove trovò la morte, come Capitano alla testa dei suoi fanti, il 23 ottobre 1915, sul Monte San Michele, nel corso della terza battaglia dell’Isonzo.

Le vicende belliche, oltre a mietere numerose vittime, tra cui quelle di Virginio Fossati, capitano della Nazionale e dell’Inter, di Felice Milano, pluricampione d’Italia con la Pro Vercelli, e dell’italo-uruguaiano Julio Bavastro, che fu uno dei primi oriundi del nostro calcio, provocarono un vero e proprio cataclisma all’interno degli organismi federali. Ai suoi vertici la sostituzione dell’attivissimo Generale Carlo Montù, richiamato dallo Stato Maggiore dell’Esercito, con l’onorevole Francesco Mauro, nelle vesti di Presidente ad interim, influì infatti pesantemente sul fronte dell’organizzazione dell’attività tecnicoagonistica di livello nazionale, che venne sospesa a tempo indeterminato.

Dopo il rag. Luigi Bosisio (ex atleta della Mediolanum, Segretario della F.I.F.), successore nel 1915 di Umberto Meazza alla guida dell’AIA, viene eletto quale terzo presidente nel 1922, l’avvocato Giovanni Mauro, originario di Domodossola e fratello minore di Francesco Mauro, che fu uno dei massimi dirigenti federali FIGC degli anni a cavallo dei due conflitti mondiali. All’avvocato Giovanni Mauro si deve l’idea di una rivista che servisse alla categoria da punto di riferimento e che lui creò nel 1924: l’Arbitro. Poiché l’Italia è finita sotto la pesante dittatura fascista, la rivista viene prima soppressa, poi ricompare nel 1931 sotto l’egida della F.I.G.C. quale strumento celebrativo del regime, e in seguito trasferita a Roma allo scopo di controllarne meglio e in modo più diretto i contenuti di carattere sportivo.


Giovanni Mauro fu confermato presidente dell’AIA dal 1911 al 1920. Successivamente si candidò alla Presidenza dell'ex AIA trasformata in CITA (Comitato Italiano Tecnico Arbitrale) con mansioni di vicepresidente FIGC avente incarichi organizzativi speciali, ovvero le relazioni internazionali, che molto lustro dettero all'Italia sia nelle Coppe Europee che ai Campionati Mondiali sempre affiancato dal fido segretario Eraldo Gaudenzi. Nella sua opera di trasformazione dell'AIA in una vera, indipendente e strutturata associazione di arbitri a lui va il merito di aver sistematicamente organizzato e creato i Gruppi Arbitri che prima del 1929 contavano solo le città di Bergamo, Cremona e Torino. I dirigenti-arbitri, non all'inizio quando i campionati erano ancora ridotti, si riunirono in gruppi affiliati all'U.L.A.I. (Unione Libera Arbitri Italiani) e restarono indipendenti fino a quando nel 1927, la FIGC la sciolse ed in seguito furono inquadrati nel CITA come "Gruppi Arbitri" fortemente voluti dall'avvocato Giovanni Mauro. La Carta di Viareggio fu il documento pubblicato in Versilia il 2 agosto 1926 che organizzò il mondo del calcio italiano a livello nazionale. Con il CITA nascono le prime sezioni, Bologna e Milano e nella relazione dell’annata sportiva 1931-32 si contano in 2434 gli arbitri tesserati.

1928 Nasce la Sezione di Torino

Il primo Gruppo Arbitri Torinesi, il G.A.T. “Enrico Canfari”, nasce nel 1928 all’interno del Ristorante Fiorina (al centro della foto) in via Pietro Micca, 22 angolo Piazza Solferino per iniziativa dell’avv. Antonio Scamoni. Dopo il Fiorina il G.A.T. venne ospitato in Via Andrea Doria, presso la sede dei Commercianti, poi in Via Vassalli Eandi, 3 presso lo Studio dell’avv. Scamoni e nel corso dell’anno 1933 in Via Ponza, 2 assieme alla Lega Calcio Piemontese, che mise a disposizione degli arbitri un’ampia sala per le loro riunioni.

Un elenco di Arbitri ad honorem, Benemeriti ed Effettivi veniva pubblicato negli anni ’30
nei vari volumi dell’Annuario Italiano Giuoco del Calcio - FIGC.

1926, in epoca fascista viene approvata la Carta di Viareggio e si chiude la fase dell’AIA, fondata nel 1911 al Ristorante Orologio dietro il Duomo di Milano da un gruppo di ex dirigenti, tra i quali Antonio Scamoni e Giovanni Mauro, che rifiutò la carica di Segretario, assegnata in seguito ad Enrico Canfari. Subentra il C.I.T.A. (Comitato Italiano Tecnico Arbitrale) alla cui guida ritroviamo Giovanni Mauro. Inizia una nuova fase per il calcio.

Finita la II Guerra Mondiale, gli arbitri presero subito l’iniziativa di promuovere la rinascita e il 28-29 giugno 1945, convenuti in congresso a Bologna, deliberarono la ricostituzione dell’AIA, con Mauro presidente nella sede di Milano. Gli succede il dottor Romolo Ronzio, prima di lasciare l’incarico quando diviene Segretario Generale della FIGC.
Nel maggio 1946 anche la Federazione si riunì in «assemblea costituente» a Firenze e, restaurata la democrazia, aggiornò l’ordinamento sulle basi sostanzialmente immutate.
Acclamato Barassi presidente e confermata la sede a Roma, accanto alla ripristinata Lega di Serie A e B (cancellato il Direttorio) fu approvato il decentramento con l’istituzione di tre Leghe Interregionali (Nord, Centro e Sud), fermi restando alla base i Comitati Regionali direttamente collegati con il vertice che tornò a chiamarsi Consiglio Federale. Nascono le sezioni e negli anni ’50 nell’AIA si costituisce il CAR Tecnico, distinto dal CRA Associativo, unificati nel 1988 con la sola denominazione di CRA. Dal 1970 ai Mondiali del Messico sono utilizzati i cartellini, inventati dall’arbitro inglese Kenneth George Aston.
N.B. Le sezioni rinascono e si fondano le nuove dopo il secondo conflitto mondiale. Nel 1956 si staccano da Torino una trentina di arbitri per fondare la Sezione di Pinerolo. Negli anni 1984 si formeranno Chivasso e Collegno, e nel 1986 Nichelino.

Le sedi sezionali negli anni...

(dal 1926 al 1948 sono suddivisi dal C.I.T.A. in Gruppi Arbitri Regionali)
1928 Via Pietro Micca, 22 presso il ristorante Fiorina;
1929 Via Andrea Doria presso la sede dei Commercianti;
1930 Via Vassalli Eandi, 3 presso lo Studio dell’avv. Antonio Scamoni**;
1934 Via Ponza, 2 assieme alla Lega Calcio Piemontese;
1946 Via Amendola, 4 presso Circolo I.N.P.S.
1950 Via Bogino, 8 angolo Via Principe Amedeo (sede autonoma);
1958 Via Garibaldi, 26 Tel. 52.17.10 (sede autonoma);
1960 Via San Massimo, 21 (sede autonoma);
1961 Via Sacchi, 65 (presso il Dopolavoro delle Ferrovie dello Stato);
1975 Via Volta, 3 Tel. 011.546.263 (sede Lega Dilettanti e C.R.A. Piemonte V.A.);
1978 Via Arsenale, 14 (sede autonoma);
1984 Corso San Martino, 1 (sede autonoma);
1988 Via del Carmine, 28 Tel. 011.436.48.49 (sede autonoma);
2010 Via Giordano Bruno, 195/A (sede autonoma).
2017 Via Angelo Brofferio, 1 (sede autonoma dal 02 luglio 2017)